“Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia”.

(Diario di scuola, Daniel Pennac, Feltrinelli,  2008)

 

studiare

 

Partiamo da questa citazione di Daniel Pennac per riflettere sul fatto che ogni studente studia e apprende in maniera personale.

Le differenze di ognuno di noi e in particolare nell’ambito dell’apprendimento, derivano da molti fattori come età, sesso, attitudini, emozioni, aspettative, credenze sulla propria intelligenza, motivazioni, situazione socio-culturale, ecc. Ma l’elemento che ci aiuta a capire meglio le differenze tra gli alunni, la loro eterogeneità,  è il loro stile di apprendimento.

Per stile di apprendimento si intende “l’approccio all’apprendimento preferito di una persona, il suo modo tipico e stabile di percepire, elaborare, immagazzinare e recuperare le informazioni”. (Mariani, 2000).

Molti studenti sembrano passivi, demotivati, partecipano con poco entusiasmo alla vita di classe e a lungo andare questo atteggiamento li porta alla noia e al disinteresse totale per la scuola. Nei casi in cui non ci siano  incapacità specifiche o disturbi specifici dell’apprendimento diagnosticati, è importante prendere in considerazione il fatto che magari  il loro metodo di studio non sia adeguato al proprio stile di apprendimento. Ecco perché è importante che ogni studente sia consapevole del proprio modo di studiare, di quali siano per esempio le vie sensoriali che preferisce (ascoltare la lezione, leggere il testo), le modalità prevalenti di elaborazione dell’informazione (fare elenchi analitici, fare riassunti che aiutino a inquadrare la situazione nel suo insieme), o i linguaggi più efficienti (verbale, corporeo, grafico, letto-scrittura). Diventare consapevoli dei propri processi cognitivi e di apprendimento può aiutarli a capire e a risolvere le loro difficoltà a scuola.

 

Gli stili cognitivi

Un concetto più ampio di quello di stile di apprendimento – e che ingloba quest’ultimo come proprio aspetto particolare – è quello di stile cognitivo, con il quale si intendono le modalità preferenziali con cui gli individui elaborano l’informazione nel corso di compiti diversi.

Per stile cognitivo s’intende la “modalità di elaborazione dell’informazione che la persona adotta in modo prevalente, che permane nel tempo e si generalizza a compiti diversi” (Boscolo, 1981)

Gli stili cognitivi indicano una tendenza costante a utilizzare una determinata strategia o insieme di strategie per risolvere un compito o un problema cognitivo (per esempio strategie verbali o immaginative).

Gli stili cognitivi indicano le differenze personali in relazione:

-al modo in cui percepiamo i fenomeni (chi percepisce i dettagli, chi l’insieme, chi i rapporti spaziali, chi la successione; ecc.) ;

-al modo in cui ragioniamo (chi procede in modo sistematico, chi per associazioni di idee, chi visualizza, chi verbalizza, ecc.) ;

-a come memorizziamo e di conseguenza a come organizziamo lo studio    per apprendere efficacemente (chi ripete ad alta voce, chi individua gli elementi significativi di un argomento, chi elabora schemi, chi elenca tutti gli elementi, ecc.)

 

Di seguito proponiamo una tabella riassuntiva delle caratteristiche dei principali stili cognitivi (Cesare Cornoldi, 2001).

Percezione

Analitico:

privilegia una percezione del dettaglio “vede l’insieme di A”

Globale:

privilegia la percezione dell’intero “vede prima la F”

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esempio tratto da Cornoldi et al. (2001)

 

Memoria

Visuale:

preferisce il codice visuo-spaziale ed iconico (preferenza per l’immagine, le figure, le rappresentazioni grafiche, le immagini mentali)

Verbale:

preferisce il codice linguistico e sonoro (preferenza per la parola detta o scritta, tendenza a imparare per lettura o ripetizioni)

Sistematico:

si caratterizza per  una procedura a piccoli passi, dove vengono analizzati e presi in considerazione tutti i possibili dettagli

Intuitivo:

si esprime in prevalenza su ipotesi globali che poi cerca di confermare o confutare

 

Ragionamento

Impulsivo:

tempi decisionali brevi per i processi di valutazione e risoluzione di un compito cognitivo

Riflessivo:

tempi decisionali più lunghi per i processi di valutazione e risoluzione di un compito cognitivo.

E’importante conoscere e valorizzare i diversi stili che ognuno di noi utilizza in modo preferenziale perché le informazioni si codificano, si organizzano, e si recuperano secondo il nostro stile preferito.

Lo stile cognitivo di ognuno di noi permane nel tempo attraverso un processo circolare: se il mio stile ha condotto a dei buoni risultati, questi mi porteranno a riutilizzare strategie simili in compiti simili. Ma lo stile di ognuno di noi non è rigido: anzi, la sua caratteristica principale è la plasticità. Non c’è nessuno che sia al 100% uno stile cognitivo verbale o visuale, analitico o globale. Di solito ognuno di noi ha uno stile che nasce da una miscelazione di questi elementi che abbiamo individuato e che rappresentano una predisposizione verso cui tendiamo quando percepiamo, elaboriamo e memorizziamo informazioni. La plasticità dello stile cognitivo ci permette anche di capire che ci possono essere situazioni o compiti che è necessario affrontare con uno stile cognitivo diverso dal proprio. Utilizzare un nuovo stile cognitivo può essere un’esperienza molto utile. Ecco perché è importante che ogni studente sia consapevole del proprio stile (quali siano le sue modalità preferenziali di approccio alla materia di studio) e facciano esperienza degli altri stili, imparando a riconoscere le caratteristiche del compito e di conseguenza siano in grado di  affrontarli con l’ausilio di stili differenti.

 

Gli stili di apprendimento


Nell’apprendimento gli stili cognitivi dell’individuo tendono a determinare la classe di strategie che questi adotterà per imparare, ovvero il suo stile di apprendimento.

Dallo stile cognitivo dipende lo stile di apprendimento, è la sua estensione: determina il nostro modo individuale e abituale di apprendere a scuola.

Ogni studente a scuola si impegna nello studio, svolge i compiti o risolve problemi cognitivi in modo unico con caratteristiche personali: tende a usare una stessa tipologia di strategie che presentano tratti comuni.

 

I Canali sensoriali

L’apprendimento inizia con i canali sensoriali: attraverso i cinque sensi percepiamo gli stimoli esterni che poi ognuno di noi elabora in modo personale.

Ogni studente apprende preferendo un determinato canale sensoriale.

Su questa base, si possono distinguere quattro principali gruppi

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tratto da “Come Leggere la Dislessia e i DSA” ed. Giunti

 

Canale visivo verbale – preferenza per la letto-scrittura: s’impara leggendo.

Canale visivo non verbale – preferenza per immagini, disegni, fotografie, simboli, mappe concettuali, grafici e diagrammi. Lo studente impara attraverso l’uso di mappe concettuali.

Canale uditivo – preferenza per l’ascolto. Lo studente è più partecipe ascoltando una lezione, partecipando a discussioni e attraverso il lavoro con un suo pari o in piccoli gruppi.

Canale cinestetico – preferenza per attività concrete: lo studente impara facendo esperienza diretta di un problema

 

La conoscenza del proprio stile di apprendimento e la riflessione sulle proprie caratteristiche personali costituisce un importante elemento di conoscenza e di aiuto per una buona riuscita a scuola.

Compito di un buon tutor è quello di conoscere a fondo ogni studente che accompagna e supporta nello studio: conoscerlo dal punto di vista cognitivo, quindi individuare quale sia il suo stile cognitivo e di apprendimento,  capire i tempi del suo apprendere, identificare le sue emozioni mentre studia, stabilire una buona relazione educativa basata sulla fiducia e l’empatia. È importante che i ragazzi si sentano accolti, e valorizzati nella loro individualità, senza alcun giudizio. Stare con loro, significa rispettare i loro tempi e il loro modo di studiare.

A seconda dello stile di apprendimento privilegiato dallo studente, il tutor può individuare quali siano le strategie favorite dallo studente durante lo studio.

Gli stili di apprendimento rappresentano le modalità preferenziali secondo cui ogni persona apprende; è la predisposizione ad adottare una particolare strategia di apprendimento indipendentemente dalle caratteristiche specifiche del compito. Per strategia di apprendimento si intende l’insieme di procedure utilizzabili per conseguire l’apprendimento.

Un tutor che tenga conto dello stile di apprendimento dello studente facilita il raggiungimento degli obiettivi educativi e didattici favorendo l’uso delle strategie a lui più congeniali.  ecco alcuni esempi di strategie utili per lo studio:

 

Strategie per lo stile VISIVO-VERBALE

– prendere appunti in classe e rileggerli a casa

– fare riassunti di quanto si è letto

– prendere nota delle istruzioni per i compiti

– annotare indicazioni scritte di fianco a grafici e diagrammi

– fare elenchi scritti di ciò che si ritiene importante ricordare

– richiedere istruzioni o spiegazioni scritte

 

Strategie per lo stile VISIVO- NON VERBALE

– usare disegni, mappe in cui inserire  parole-chiave, immagini, grafici ecc.. per ricordare i termini e per riassumere il materiale da studiare

– usare il colore nel testo per evidenziare le parti importanti

-creare immagini mentali di ciò che viene ascoltato o letto

 

Strategie per lo stile UDITIVO

– stare attenti alle spiegazioni in classe

– registrare la propria voce mentre si ripete a voce alta o si legge per riascoltare in un secondo momento, durante il ripasso

– utilizzare audiolibri per leggere i libri di narrativa

 

Strategie per lo stile CINESTESICO

-trasformare in pratica ciò che si deve studiare  quando è possibile e la materia o l’argomento lo consente

– alternare i momenti di studio  da quelli di pausa

– alternare momenti in cui si sta seduti a momenti in cui ci si alza

– creare mappe, grafici, diagrammi di ciò che si studia

– cercare esempi di applicazioni pratiche di ciò che si è studiato, quando è possibile

 

Il tutor è altresì efficace quando supporta e accompagna i ragazzi nella loro vita scolastica senza dimenticare di aiutarli a sviluppare un atteggiamento metacognitivo, ovvero li invita a riflettere sul modo in cui  imparano, su come funziona la loro mente mentre studiano cose nuove.

Il buon tutor li aiuta per quello che riguarda il contenuto, l’oggetto di studio ma anche sul processo, cioè su come la loro mente apprende, quale è il loro stile nel processo di apprendimento.

Uno degli obiettivi imprescindibili del tutor è aiutare i ragazzi a riflettere sul loro stile di apprendimento, portarli a individuare le loro debolezze e i punti di forza, a valorizzare le inclinazioni e saperle adattare ogni volta che si trovano davanti a compiti e materie di studio che li mettono in difficoltà.  

Un buon tutor deve tenere conto delle modalità con cui l’alunno apprende, deve saper valorizzare le sue preferenze e adattarle alle situazioni nelle quali quelle inclinazioni potrebbero causare difficoltà.

 

Dott.ssa Silvia Grassi

 

Fonti e riferimenti bibliografici:

Boscolo P., (1981), “Intelligenze e differenze individuali”. In AA.VV., Intelligenza e diversità, Loescher, Torino.

Boscolo, P. 81986) “Psicologia dell’apprendimento scolastico”, Torino, Utet

De Beni R., Pazzaglia F., Molin A., Zamperlin C.,(2001), “Psicologia Cognitiva dell’Apprendimento” Erickson, Trento

Cornoldi C., De Beni R., Gruppo MT (2001), “Imparare a studiare 2” Erickson, Trento

Mariani L., (2000), “Portfolio. Materiali per documentare e valutare cosa s’impara e come si impara” Zanichelli, Bologna.

Pennac D. (2008), “Diario di scuola” Feltrinelli, Milano

Stella G., Grandi L., (2011) a cura di “Come Leggere la Dislessia e i DSA”- capitolo 2 “Come Leggere…gli stili di apprendimento e gli stili cognitivi” di Ciceri F. e Cafaro P.. Giunti scuola, Firenze